Lunedi a Catanzaro hanno dovuto raddoppiare le sale. E anche ieri a Reggio Calabria si è registrato il tutto esaurito. Al termine, nella commozione generale standing ovation. Poi, Francesco Munzi e Gioacchino Criaco sono rimasti con il pubblico che è intervenuto con commenti molto forti «Il silenzio della moglie è il silenzio che ci ha ucciso, è il far finta di niente che ci uccide…», oppure «L’anima nera è nel nostro profondo. Col film e il libro ci avete aiutato a far uscire la luce. Vedere la malattia è l’inizio della guarigione», e ancora «Un film liberatorio». E a Locri i biglietti sono già venduti fino a martedì prossimo! Un risultato per il territorio sorprendete. Dal 18 il film esce in tutta Italia distribuito da Good Films in 120 sale.
Il film più applaudito alla Mostra del Cinema di Venezia, vincitore del Premio Pasinetti, del Premio Schermi di Qualità e del Premio Akai, è la storia di tre fratelli, figli di pastori, vicini alla ‘ndrangheta, e della loro anima scissa, che vivono in una terra dove il richiamo delle leggi del sangue e il sentimento della vendetta possono ancora avere la meglio su tutto.
Acclamato dalla stampa nazionale e paragonato da quella internazionale ai film di Visconti e Coppola, “Anime Nere” è stato girato in Aspromonte e nella Locride. Munzi veniva sconsigliato da tutti dal girare in quei luoghi: «Ho girato nel paese che la letteratura giudiziaria e giornalistica stigmatizza come uno dei luoghi più mafiosi d’Italia, uno dei centri nevralgici della ‘ndrangheta calabrese: Africo. Quando raccontavo che avrei voluto girare lì, tutti mi dissuadevano dal farlo: troppo difficile la materia, troppo inaccessibile, troppo pericoloso. Era un film impossibile. Ho chiesto allo scrittore di Anime Nere, da cui il film è liberamente tratto, Gioacchino Criaco, di aiutarmi. Sono arrivato in Calabria carico di pregiudizi e paure. Ho scoperto una realtà molto complessa e variegata. Ho visto la diffidenza trasformarsi in curiosità e le case aprirsi a noi. Ho mescolato i miei attori con gli africesi, che hanno recitato, lavorato con la troupe. Senza di loro questo film sarebbe stato più povero. Africo ha avuto una storia di criminalità molto dura che però può aiutare a comprendere tante cose del nostro paese. Da Africo si può vedere meglio l’Italia.»
Il film è prodotto da Luigi e Olivia Musini per Cinemaundici con Rai Cinema, coprodotto da Babe Films. La fotografia è di Vladan Radovic, la scenografia di Luca Servino, i costumi di Marina Roberti, il montaggio di Cristiano Travaglioli, musiche di Giuliano Taviani; la sceneggiatura è firmata da Francesco Munzi, Fabrizio Ruggirello e Maurizio Braucci con la collaborazione di Gioacchino Criaco, autore dell’omonimo libro da cui è tratto il film edito da Rubbettino.
Scarica qui le foto:https://www.dropbox.com/sh/98pz35fzg6th4c4/AABI0U204vLgm3FH5VVBV_aYa
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