Nella nuova edizione del libro, un testo introduttivo di Enzo Bianchi e un capitolo di “repliche alle critiche”
In occasione del Sinodo dei giovani programmato per il prossimo mese di Ottobre, Rubbettino rilancia in libreria in una nuova edizione un libro che negli anni è diventato un vero e proprio classico sul rapporto tra i giovani e la fede: «La prima generazione incredula» del teologo Armando Matteo, all’epoca della prima uscita del volume assistente nazionale della FUCI e oggi docente di Teologia fondamentale presso la Pontificia Università Urbaniana di Roma.
Il libro ha suscitato in questi anni un enorme interesse testimoniato dalle centinaia di inviti di presentazione provenienti da tutta Italia e dalla pubblicazione all’estero, ma allo stesso tempo è stato fonte di accese polemiche specie in relazione al concetto stesso, cardine del libro, di “prima generazione incredula”.
Che si sia d’accordo o meno sul modo di vedere e leggere il rapporto tra i giovani e la chiesa di Matteo, quello che è certo è che il libro ha rappresentato in questi anni uno scoglio con il quale fare i conti per chiunque si sia occupato di fede giovanile.
Per tale ragione l’Editore ha opportunamente pensato di riproporre il volume in questi mesi che precedono il Sinodo sui giovani, in un momento in cui il dibattito sul rapporto tra giovani e cattolicesimo entrerà necessariamente nel vivo.
La nuova edizione del libro è arricchita da un capitolo in cui l’autore replica alle critiche ricevute negli anni, argomentando e difendendo le sue ragioni, nonché di una nuova introduzione firmata da Enzo Bianchi in cui, l’ex priore di Bose osserva:
«Per la chiesa poi, specie in Italia e in Europa, la questione “giovani” si fa particolarmente preoccupante. Siamo di fronte a persone per le quali “nascere e diventare cristiano” non sono più “eventi che accadono in modo sincrono”, impossibilitate a scorgere “un posto per Dio negli occhi dei genitori”. L’analisi di Matteo è lucida anche nel suo tratteggiare quel “senso di notte e sulla notte di senso” che attanaglia tanti giovani. Sono interrogativi, suggerimenti, intuizioni, proposte da accogliere con gratitudine e approfondire con sapienza: riguardano la chiesa intera e la sua presenza nella società, oggi prima ancora che domani, la sua capacità di “umanizzare”, di far diventare l’essere umano più umano.»
Il libro
A dieci anni quasi dalla sua prima apparizione, La prima generazione incredula viene ora ripubblicata in versione aggiornata ed ampliata. Quella del difficile rapporto tra i giovani e la fede è, in verità, questione sempre più decisiva per una Chiesa che non voglia ridursi ad un piccolo club di vecchi affezionati. Di più. Senza riallacciare significativi rapporti con giovani, non c’è futuro per la Chiesa, almeno qui in Occidente. Tutto questo mentre all’orizzonte si staglia – secondo l’esplicita diagnosi del Documento preparatorio del Sinodo sui giovani, fortemente voluto da papa Francesco per l’ottobre del 2018 – una generazione che nella sua componente maggioritaria non si pone “contro”, ma che sta imparando a vivere “senza” il Dio presentato dal Vangelo e “senza” la Chiesa, e che più in generale arranca a crescere a causa della presenza di adulti di riferimento non solo meno credenti, loro stessi, ma sempre meno credibili già solo dal punto di vista umano. Qui è davvero tutto in gioco. È finito il tempo di una pastorale del cambiamento. È tempo di un cambiamento di pastorale.
«Un libro geniale»
fratel Arturo Paoli
«Questo libro ha il taglio del saggio, senza particolari apparati bibliografici, tutto nervi e succo, nel quale la prosa scorrevole dà risalto alla passione critica che l’Autore ha posto nella trattazione del tema. Lo consigliamo vivamente ai parroci e agli operatori pastorali»
Giandomenico Mucci, La Civiltà Cattolica
«Fr Armando Matteo has sounded an alarm!»
Robert Mickens, The Tablet
«Uma provocante análise à relação entre a juventude e a Igreja e, de um modo mais amplo, à relação entre a juventude e os adultos»
Tiago Freitas, teologo portoghese
Armando Matteo insegna Teologia fondamentale presso la Pontificia Università Urbaniana in Roma. È autore di numerosi saggi, alcuni dei quali tradotti all’estero. Per Rubbettino ha pubblicato: Come forestieri. Perché il cristianesimo è diventato estraneo agli uomini e alle donne del nostro tempo (2008), La prima generazione incredula. Il difficile rapporto tra i giovani e la Chiesa (2010), La fuga delle quarantenni. Il difficile rapporto delle donne con la Chiesa (2012), Tutti muoiono troppo giovani. Come la longevità sta cambiando la nostra vita e la nostra fede (2016).
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