Esce in libreria per Rubbettino Editore “Riti criminali, i codici di affiliazione alla ‘ndrangheta” dello storico e studioso di fenomeni criminali Enzo Ciconte, un acuta ricerca che scandaglia i rituali e i codici usati dalla malavita organizzata per reclutare adepti e intensificare il senso di appartenenza all’Onorata Società.
Quello dei rituali di affiliazione è un aspetto dell’organizzazione ’ndranghetista da non sottovalutare o relegare a mero folklore.
Il santino bruciato trovato in tasca al giovane assassinato a Duisburg nel 2007 altro non è che la prova di un’affiliazione rituale avvenuta a migliaia di chilometri dalla terra calabra; i codici trovati in Australia nel 1988 da Nicola Calipari e consegnati poi al Ministero dell’Interno non furono un caso isolato ma la spia di una tendenza espansionistica che negli anni successivi portò la ‘ndrangheta ad essere riconosciuta tra le più pericolose organizzazioni criminali al mondo; le intercettazioni di una riunione mafiosa in una cittadina del Land del Baden-Wurttemberg, in Germania, nel dicembre 2009, provano come un “battesimo”, un’affiliazione ndranghetista, al centro dell’Europa, viene compiuta con le stesse parole, facendo riferimento alle stesse tradizioni delle cerimonie tenute a San Luca, nel cuore dell’Aspromonte.
La ndrangheta è un’organizzazione unitaria che impasta e amalgama antico e moderno, arcaico e globale in un nesso inscindibile. Distinguere i due aspetti, voler operare distinzioni tra le prime generazioni e queste ultime moderne e globalizzate avalla ipotesi difensive che giustificano l’ideologia di una o dell’altra, quando ideologicamente i documenti, i foglietti ritrovati, le intercettazioni contenute nel libro di Enzo Ciconte, dimostrano come da due secoli ad oggi, la malavita si sia spesa per tramandare i medesimi dogmi.
Il cerchio formato in cui sta il picciotto prima di essere battezzato, i tagli a forma di croce sul polso o sotto le unghie, i riferimenti ad Osso, Mastrosso e Carcagnosso, a San Michele Arcangelo, alle doti o fiori, intesi come ruoli all’interno della gerarchia criminale, si rincorrono nelle pagine del libro con una continuità sorprendente perchè contestualizzata nel corso di due secoli di “Onorata attività”.
Il libro, che è una guida dettagliata e aggiornata fino agli ultimi avvenimenti, entra nello specifico. Analizza la composizione piramidale della ndrangheta, i ruoli di rilievo e quelli di manovalanza, i modi per essere affiliati, e anche i pochi metodi per poterne uscire; la svolta a matrice religiosa, intensificata dalla vicinanza con la massoneria a partire dagli anni ’70, le recenti inchieste “Crimine” e “Infinito”, che hanno provato a sgominare l’asse mafioso Reggio Calabria – Milano, testimonianze recenti di imputati e collaboratori, gettano una luce nuova sul fenomeno ‘ndranghetista. Non più analfabeti rozzi e improvvisati, ma caratteri formati da un’ideologia antica, permeante, rigida e, oggi, presente più che mai.

Il libro contiene inoltre immagini inedite di formule di riconoscimento e i codici sequestrati nelle indagini di Roma, Torino e Milano

 

“Si può sorridere all’idea di un criminale, dal volto duro come la pietra, già macchiatosi di numerosi delitti, che prende in mano un’immagine sacra, giura solennemente su di essa di difendere i deboli e di non desiderare la donna altrui. Si può sorriderne, come di un cerimoniale arcaico, o considerarla come una vera e propria presa in giro. Si tratta invece di un fatto estremamente serio, che impegna quell’individuo per tutta la vita. Entrare a far parte della mafia equivale
a convertirsi a una religione. Non si cessamai di essere preti. Né mafiosi.”

Giovanni Falcone, Cose di cosa nostra.