In occasione del summit mondiale sulla pedofilia previsto per il prossimo 21 febbraio in Vaticano, l’ex vicedirettore dell’Osservatore Romano, Gian Franco Svidercoschi, dà alle stampe per Rubbettino un libro che farà molto discutere
Gian Franco Svidercoschi, Chiesa, liberati dal male! Lo scandalo di un credente di fronte alla pedofilia, Rubbettino, pp. 99, € 10,00
In libreria dal 14 febbraio
Dal 21 al 24 febbraio, convocato da papa Francesco, si terrà in Vaticano un summit sul tema: “La protezione dei minori nella Chiesa”. Vi parteciperanno i presidenti delle Conferenze episcopali, i rappresentanti delle Unioni dei superiori e delle superiore generali, e i capi dei dicasteri della Curia romana.
Basterà questo, a far sparire l’orribile piaga dei preti pedofili? O non bisognerà riandare, per estirparle, alle radici del Grande Male?
È un tumore che alligna da secoli nel corpo della Chiesa cattolica (nel libro si racconta come fu Pier Damiano a parlarne già nel 1051). Spesso ignorato, o mal controllato, e, comunque, mai attaccato direttamente dalle gerarchie ecclesiastiche. E, questo, perché chierici e religiosi pedofili hanno potuto contare sul silenzio, sulla complicità solidale, e omertosa, di molti confratelli; o, peggio, di vescovi che si sono limitati a soluzioni di comodo (spostando l’indiziato da una parrocchia all’altra) o a coprire quant’era successo (arrivando talvolta a depistare le indagini). Preoccupati, questi vescovi, più di salvaguardare il “buon nome” dell’istituzione, della “casta”, che non della protezione delle piccole vittime e del sostegno alle loro famiglie.
Ma quando è arrivata alla superficie, tra gli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso, la tragica vicenda è esplosa come una polveriera. E da allora, benché i delitti risalgano per lo più a 30-40-50 anni fa, le esplosioni continuano, sempre più forti, di pari passo alla pubblicazione di nuove inchieste, di nuove denunce. E, dal passato, sembra uscire un marcio che non finisce mai. Un intero episcopato, quello cileno, ha presentato le dimissioni al Papa; ma ci sono anche altri gruppi episcopali sotto accusa.
Dietro, sicuramente, c’è il gusto per lo scandalo dei media. C’è la strumentalizzazione di ambienti conservatori, od ostili alla Chiesa di Roma, per screditare Francesco e il suo pontificato rivoluzionario. Ma, al di là di tutto questo, resta il fatto che la vicenda dei preti pedofili sta creando una situazione devastante per la comunità cattolica: per le gravi inevitabili conseguenze, non solo sulla credibilità della Chiesa, del suo messaggio, ma sulla fede stessa di molti cristiani.
E, appunto da qui, ha origine questo libro. L’autore, un credente, vuole dare voce ai sentimenti – sofferenza, pena, ma anche malcontento e rabbia – che prova la grande maggioranza del popolo di Dio, i laici. “È stato – scrive Svidercoschi – un gravissimo peccato collettivo della ‘classe’ clericale”. Con diversi gradi di responsabilità, ovviamente, ma un peccato vero, proprio nel senso del vocabolo religioso: per tutte le violenze commesse, per i troppi silenzi su queste violenze, per la lunghezza raccapricciante della durata di queste violenze. E, sopra tutto, per il fatto che le prime uniche vittime di queste violenze, i bambini, sono sempre venute – molto poco evangelicamente – in secondo piano.
E, proprio per ricordare tutti i bambini, di ieri e di oggi, che sono stati violati nell’innocenza del loro piccolo corpo, profanati nel loro spirito, e poi dimenticati, ignorati da quanti avevano la responsabilità, e il dovere, di proteggerli, per ricordare tutti questi bambini, l’autore ha voluto dedicare il libro a Marie Collins, una donna coraggiosa, straordinaria. Che, da ragazzina ha subìto quella tremenda violenza; e che oggi continua a dare una grande testimonianza perché quella violenza finisca per sempre.
Gli ultimi Papi hanno sicuramente operato una svolta, a cominciare dalla “tolleranza zero” e dalla creazione di una Commissione vaticana per i minori. E tuttavia, va detto molto onestamente, ci sono state finora troppe parole, e invece pochi fatti. E adesso, dunque, ci vogliono i fatti. Riformando l’intera struttura dei seminari, la preparazione dei candidati al sacerdozio, a tutti i livelli, in tutti i campi, compreso quello della sessualità. Insomma, bisognerà plasmare un nuovo modello di sacerdote, sganciandolo da quella sacralizzazione del potere che ha addosso e lo rende (o lo fa sentire) onnipotente (con le conseguenze infamanti che conosciamo). Soltanto così sarà possibile sradicare totalmente la mala pianta del clericalismo – soprattutto del nuovo clericalismo, che sta causando guasti spaventosi – e avviare coraggiosamente una grande opera: una rifondazione evangelica della Chiesa cattolica.
Ma riuscirà, la gerarchia ecclesiastica, in una impresa del genere? Tutto dipenderà se, dal prossimo summit, verrà fuori una risposta che permetta alla Chiesa di superare questa lunga crisi.
Gian Franco Svidercoschi, giornalista e scrittore, ha raccontato i grandi eventi della Chiesa cattolica, dal Concilio Vaticano II all’avvicendamento di sette Pontefici. È stato vice direttore dell’Osservatore Romano, e ha collaborato con Giovanni Paolo II nella stesura di “Dono e Mistero”. Ha scritto una ventina di libri, tra i quali “Lettera a un amico ebreo”, tradotto in venti lingue, e, con il cardinale Stanislao Dziwisz, “Una vita con Karol” e “Ho vissuto con un santo”. È stato anche sceneggiatore di due film su papa Wojtyla. Con Rubbettino ha pubblicato “Un papa che divide?” (2018)