Il giudizio sulla scelta europea dell’Italia ha spesso oscillato fra retoriche affermazioni circa la fedeltà all’ideale e all’impegno europeisti, e la dura critica o il rammarico per la scarsa influenza esercitata nel processo di integrazione e nei rapporti con le istituzioni e i partner europei.
Il volume accantona queste visioni fondate spesso su luoghi comuni. l’autore ha ricostruito, sulla base di una vasta ricerca presso archivi pubblici e privati, in Italia e all’Estero, nonchè sulla base della produzione storiografica esistente, l’evoluzione della scelta europea dell’Italia, dall’adesione al Piano Marshall sino ai più recenti dibattiti circa la posizione del Paese all’interno dell’Unione europea. Dallo studio condotto emerge un quadro variegato e complesso, fatto di luci e ombre. Accanto a fallimenti e ad ambizioni frustrate si situano successi e risultati. Tutti questi elementi hanno contribuito, non solo a delineare i caratteri dell’azione internazionale dell’Italia, ma anche a determinare le sorti dell’economia, a influenzare profondamente le trasformazioni della società e il dibattito interno fra le forze politiche, sia nell’ambito della “prima” repubblica, sia nel periodo successivo alla crisi dei primi anni ”90.
Oltre a una ricostruzione puntuale e agli elementi di novità su numerosi episodi e sul ruolo giocato da una serie di personalità politiche, il volume risulta significativo per le interpretazioni proposte, che tendono a ribaltare molti dei luoghi comuni da un lato circa un’«immutabile» vocazione europea dell’Italia, dall’altro sul suo essere la «Cenerentola d’Europa», proponendo una visione ben più stimolante, che mira a favorire una riflessione, non solo sul passato della presenza italiana nel processo di integrazione, ma anche sulle vicende del presente e sulle prospettive del futuro.