Esce per Rubbettino “Il conflitto russo-ucraino. Geopolitica del nuovo (dis)ordine mondiale” di Eugenio Di Rienzo, un agile volume che spiega in prospettiva storica come i giochi di forza delle nazioni sovrane, in epoca di globalizzazione, siano in grado di influenzare la stabilità politica, economica e sociale dell’intero pianeta.
Lo scontro che rischia di mettere a repentaglio la sicurezza globale e che rende reale, tangibile, il pericolo di una terza guerra mondiale è alle porte dell’Europa, nella tana dell’Orso Russo che non cede e non arretra in questo braccio di ferro con Kiev volto a dimostrare all’Occidente quanto ancora siano possenti i suoi muscoli e affilati i suoi artigli.
Il ruolo di Potenza mondiale per la Russia e per il suo premier passa attraverso l’influenza diretta dei territori confinanti, di quei paesi usciti dall’URSS ma mai completamente dal condizionamento bolscevico.
L’Ucraina, case study del volume, per la sua fisionomia politica costituisce ora il teatro ideale per questi giochi di forza: “terra di frontiera” prima di confini storici, è stretta nella morsa dei disordini, in una crescente tensione tra la Russia e la Nato.
Se da un lato la Francia di Holland ha risposto alle pressioni Russe giocando la vecchia carta della difesa delle nazionalità oppresse, dall’altro, nel backstage della diplomazia internazionale meno appariscente, Stati Uniti e Germania si muovono in maniera più incisiva; la Merkel ha assunto in occasione della crisi ucraina la piena leadership della politica estera di Bruxelles costituendo un nuovo patto di Varsavia antirusso, l’amministrazione Obama si è fortemente spesa per inserire l’Ucraina nel suo assetto egemonico inaugurando così un clima di competizione con Mosca, volutamente definito dalla propaganda americana come “Nuova Guerra Fredda”.
Ad un anno dalla rivoluzione di Kiev che ha portato alla destituzione dell’allora Presidente ucraino Victor Yanukovich, sono molte le contingenze politiche ed economiche che rendono il conflitto russo-ucraino la temibile miccia pronta ad esplodere di una bomba mai disinnescata completamente.
La quarta
Il recente colpo di Stato di Kiev è stato l’ultimo atto di una strategia messa in atto per spingere l’Ucraina nella Nato e quindi per preparare il terreno alla definitiva disintegrazione della Russia come Grande Potenza. Dopo aver assistito a questo tentativo di minare le basi geostrategiche della sicurezza russa, Putin è tornato con maggior forza a promuovere un’azione in grado di ricostituire la sfera d’influenza di Mosca nelle regioni dell’ex Unione Sovietica e di dimostrare alla comunità internazionale che l’«Orso russo» possiede ancora artigli forti che gli consentono di tenere a bada i suoi avversari. Sfidando la Russia nel suo cortile di casa l’Occidente ha dato il via a una crisi globale destinata a minare per i prossimi anni la possibilità di costruire un pacifico ordine mondiale.
Eugenio Di Rienzo insegna Storia moderna all’Università di Roma La Sapienza. È direttore di “Nuova Rivista Storica”.