10 maggio ore 10,30
Sala Rosa
Storia dell’Italia corrotta
di Isaia Sales e Simona Melorio
Ne discutono, insieme agli autori, Gian Carlo Caselli ed Enzo Ciconte
Le notizie di questi giorni dipingono l’Italia come un Paese che non riesce a liberarsi dal male atavico della corruzione. L’antipolitica che si respira lungo lo Stivale sembra essere un efficace termometro dell’insofferenza verso questo male atavico dell’Italia che si registra oramai dappertutto. Eppure tutto ciò non rende meno pervicace la corruzione né scalfisce quel granitico blocco composto da malaffare, criminalità, malapolitica ecc.
Ma come mai la corruzione ha così lunga vita nella storia del nostro paese? Come mai resiste ad ogni epoca e ad ogni regime politico? Come mai in questo campo non si riesce a trovare niente di veramente dissuasivo, niente che provi ad estirparla nel costume, nel comportamento, nell’atteggiamento degli attori coinvolti? Come mai questo tratto di continuità nella storia d’Italia, questo elemento costante, capillare, quasi costitutivo del funzionamento delle istituzioni nel nostro paese, non si riesce ad interromperlo? Perché ciò che è accaduto nel passato continua ad accadere oggi? A queste domande, ricostruendo alcuni dei principali scandali dal 1861 ad oggi, provano a rispondere, Isaia Sales e Simona Melorio, autori di Storia dell’Italia corrotta, partendo dal presupposto che non c’è altro comportamento criminale che scardina di più la percezione dello Stato e ne distrugge credenza e legittimazione, al punto da definirlo “reato di corrosione e di fragilità di Stato”, perché commesso da rappresentanti dello Stato su funzioni e compiti dello Stato. La corruzione per gli autori “ha assunto nel corso della storia italiana essenzialmente il volto delle istituzioni”, non è dunque un problema della morale singola del cittadino ma della concezione dello Stato di una parte delle classi dirigenti del paese, che hanno reso l’abuso e la profittabilità del loro potere un fatto consuetudinario e diffuso, una normale modalità di esercitare la funzione politica, burocratica e imprenditoriale.
Isaia Sales insegna «Storia delle mafie» presso l’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. È editorialista del «Mattino» di Napoli. È stato sottosegretario al Ministero del Tesoro nel primo governo Prodi. È autore di diversi saggi sul Sud d’Italia. Studioso del fenomeno camorra, ha pubblicato vari saggi sul tema. Per Rubbettino ha pubblicato Storia dell’Italia mafiosa e I preti e i mafiosi. Sempre per Rubbettino ha curato insieme a Enzo Ciconte e Francesco Forgione l’Atlante delle mafie.
Simona Melorio è dottore di ricerca in Criminologia, assegnista dell’Università degli Studi del Molise, ricercatrice del Centro ReS Incorrupta Suor Orsola Benincasa di Napoli. Ha scritto, tra l’altro, Cultura di Camorra, Labrys, Benevento, 2010; Politici e imprenditori. Radiografia della camorra casalese, Limes, 11/2014; Da Terra di Lavoro a Terra dei Fuochi, in Atlante delle mafie vol. 3, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2015; e, con Isaia Sales, Le mafie nell’economia globale. Fra la legge dello Stato e le leggi di mercato, Guida, Napoli, 2017.