Dal 18 ottobre in libreria per Rubbettino il nuovo libro del vaticanista Enzo Romeo sul celibato nella Chiesa
Un tempo un sacerdote che si dimetteva dal sacro ministero era semplicemente uno «spretato». Ora la discussione sul celibato torna a irrompere nella Chiesa, con la possibile apertura del sacerdozio ai viri probati, uomini sposati di provata fede. Se ne parlerà nel prossimo Sinodo sull’Amazzonia convocato in Vaticano per l’ottobre 2019.
l libro di Enzo Romeo approfondisce la questione, esaminandola sotto l’aspetto storico e del magistero. Inoltre presenta una serie di storie e dà voce ad alcuni testimoni ed esperti che affrontano il tema con schiettezza e coraggio.
Parlano il religioso-psicologo specialista nella cura dei disagi di persone consacrate, la teologa che insegna ai futuri candidati all’episcopato, il rappresentante di diaconi italiani e il vescovo responsabile per la CEI della formazione del clero, che afferma: «Chi si prepara al sacerdozio deve educare lo sguardo e abituarsi al confronto con l’altro sesso».
Soprattutto raccontano le loro vicende i protagonisti: dal sacerdote di rito latino che (caso forse finora unico nella storia) è riuscito ad ottenere dal papa la dispensa per continuare a esercitare il sacerdozio da sposato; all’ex prete che ha ricevuto in casa sua papa Francesco; alla moglie di un ex sacerdote; fino al monaco di clausura che ha ceduto all’amore per una donna e oggi è un marito e un padre felice. Ma ci sono anche le testimonianze di chi dopo tanti anni rimane fedele al celibato e lo considera un valore importante. «Il celibato è un’estrema forma di povertà, che mette chi lo pratica in unione con i più soli, i rifiutati» dice un anziano sacerdote ripensando alla propria vita. Tutte vicende cariche di dolore ma anche di gioia, raccontate in modo delicato ma con schiettezza.
In effetti, se scelto in modo spontaneo e volontario, il celibato è un vasodilatatore dell’anima, consente di allargare il cuore e sentire tutti come il proprio “prossimo”. Se però si riduce a mera obbedienza, diviene una menomazione esistenziale e le conseguenze sono nefaste per sé e per l’intera comunità cristiana. Di qui la domanda se anche per i cattolici di rito latino il celibato dovrebbe tornare a essere una libera scelta e non più un obbligo.
Di certo, occorre un nuovo percorso per i candidati al sacerdozio e alla vita consacrata, insieme a una formazione permanente e ad un approccio più sereno ed equilibrato sulle questioni che riguardano l’affettività.
La vastità del problema si evince dai dati: su circa quattrocentosedicimila preti nel mondo, sarebbero oltre sessantamila quelli che hanno lasciato il sacerdozio per sposarsi o convivere. Annualmente gli abbandoni si stimano in un migliaio, per il sessanta per cento preti diocesani e per il quaranta per cento sacerdoti appartenenti a congregazioni religiose. In Italia i sacerdoti sposati sono circa ottomila, una cifra stimata e non ufficiale, ma comunque considerevole, se si compara con il numero dei preti diocesani in servizio, che sono trentaduemila, e con quello dei religiosi, che ammontano più o meno alla metà. Ogni anno una quarantina di sacerdoti chiede la dispensa dal ministero, e la gran parte lo fa perché desidera sposarsi. Nel cinquanta per cento dei casi, i preti che fanno questo passo sono già sposati civilmente, mentre meno del quindici per cento convive.
Enzo Romeo (Siderno, 1959) è caporedattore e vaticanista del Tg2. A lungo responsabile della redazione esteri, si interessa da sempre al mondo religioso. Da inviato ha seguito i pontificati di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco. Collabora ai periodici «Credere» e «Jesus» e fa par- te del comitato di direzione di «Dialoghi», rivista dell’Azione Cattolica Italiana. È autore di numerosi saggi tradotti in diverse lingue, sia a carattere letterario (Pavese e Saint-Exupéry), sia su temi internazionali ed ecclesiali. Con la Rubbettino ha pubblicato, tra l’altro, I solitari di Dio (2005), reportage esclusivo sulla clausura dei monaci certosini, e Guerre vaticane(2012), un quadro sulla crisi della Chiesa alla fine dell’era Ratzinger.