Dario Antiseri, Il “buono scuola” per una “buona scuola”, Rubbettino ebook – Da oggi su tutti gli store on line
La scuola di Stato è un patrimonio grande e prezioso che va protetto, salvato. La scuola di Stato è talmente preziosa che deve essere difesa innanzitutto dalla tentazione dello statalismo.
È da questa considerazione di base che muove il saggio di Dario Antiseri in difesa non tanto delle scuole private, quanto della libertà delle famiglie di poter scegliere liberamente la scuola dove far studiare i propri figli.
Nessuna scuola sarà mai uguale all’altra, dice Antiseri. Talvolta a fare la differenza è un preside più attivo, una segretaria più operosa, una biblioteca ben fornita, un laboratorio ben attrezzato, insegnanti più preparati, ecc.. Ma se nessuna scuola sarà mai uguale all’altra, tutte potranno migliorarsi attraverso la competizione. In breve, esistono buone ragioni per affermare che è tramite la competizione tra scuola e scuola che si può sperare di salvare la nostra scuola: la scuola statale e quella non-statale.
La questione è quindi come introdurre linee di competizione nel sistema scolastico, fermo restando che ci sono due vincoli da rispettare: l’obbligatorietà e la gratuità dell’istruzione.
All’interno di questa prospettiva, il buono scuola è dunque lo strumento per garantire istruzione di qualità e accessibilità e democraticità dell’istruzione, ma allo stesso tempo libertà di scelta delle scuole e dei principi educativi su cui ogni scuola si basa da parte delle famiglie.
Per Antiseri il buono-scuola amplia la libertà delle famiglie; rende più efficienti – tramite la concorrenza – la scuola statale e quella non statale; è una carta di liberazione per le famiglie meno abbienti. La proposta del buono-scuola è la proposta di una giusta terapia per le difficoltà della scuola italiana. È una terapia che non è né di destra né di sinistra. È una buona idea, una soluzione ragionevole di un problema urgente.